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domenica 30 giugno 2013

Eva Kant, la ladra più famosa!


Quale italiano non ha mai sentito almeno una volta questo nome, Eva Kant. Nata nel 1963 dalla matita delle sorelle Giussani, Eva Kant entra in scena nel terzo volume del fumetto Diabolik. Il suo personaggio è la controparte perfetta del crudele ladro, ma, a differenza dell’uomo, il futuro della donna è più aperto alle modifiche caratteriali. La ladra, dai capelli biondi e gli occhi azzurri, è ispirata per carattere a Grace Kelly. Sono molti i punti in comune tra le due come la passione per i vestiti e le jaguar.

Una storia d’amore lunga 50 anni!
Come molti sanno non è possibile separare l’idea di Eva Kant da quella del Re del terrore. Infatti, i due sono “nati” per essere una coppia sfavillante tanto nel lavoro quanto nella vita. Inizialmente per il criminale era prevista un’altra fidanzata, Elisabeth Gay, che sarebbe stata all’oscuro della vera vita dell’uomo. Ma, in seguito, si decise di far incontrare a Diabolik la bellissima ladra. Da quel momento, mandata nel dimenticatoio Elisabeth, la coppia più famosa del fumetto italiano venne alla luce. I due protagonisti si sono evoluti nel tempo. Infatti, sono passati dall’essere dei ladri che non esitavano a uccidere, all’essere più coscienziosi, più teneri, che utilizzano sonniferi per togliere di mezzo gli ostacoli. Caratteristica che contraddistingue questa coppia dalle altre presenti nei fumetti, e opere di fantasia in genere, è la parità tra i due sessi. In genere, lo stereotipo del personaggio femminile vuole la donna in secondo piano, remissiva rispetto all’uomo. Non è questo, però, il nostro caso. La ladra è, infatti, una donna forte e autonoma, simbolo di una sensualità nuova, capace di rimanere al fianco del proprio uomo per anni senza esserne oscurata. La donna con il passare dagli anni diventa sempre più indipendente, arrivando a compiere furti in solitaria, in un percorso di emancipazione che per quegli anni era inimmaginabile.

L’uscita dall’ombra!
Il personaggio della ladra uscirà spesso dall’ombra del suo compagno, sia all’interno del fumetto che fuori. Infatti, in “L’ombra della morte” del 1994 la donna avrà il palco tutto per sé, essendo il suo compagno quasi del tutto assente. Fuori dal fumetto troviamo il manuale di divulgazione “Quando una donna deve difendersi” del 2001, testimonial per una famosa casa d’auto, calendari pubblicitari, nonché un video musicale. Tornando al fumetto troviamo “Eva Kant – quando Diabolik non c’era” del 2003

venerdì 28 giugno 2013

Il fumetto in mostra a Lucca



Un museo comunale!

Il Museo del fumetto di Lucca, come ha voluto specificare il sindaco della città, non è nazionale.

Aperto nel 2008 da Gianni Bono, il Museo del fumetto di Lucca rappresenta oggi, con i suoi 3000 m2, lo spazio espositivo più grande completamente dedicato alla nona arte.

Vede come responsabile della programmazione Angelo Nencetti.

Il museo non ha un direttore, perché ancora in attesa di un preciso assetto istituzionale.

 Per visitare questa struttura, il visitatore deve dirigersi in Piazza San Romano, nello stupendo centro storico della città.

L’orario di apertura è dal martedì alla domenica, compresi festivi, dalle 10.00 alle 18.00.

Una visita virtuale!

Ogni sala ha un soggetto unico.

Il visitatore, nella prima sala del museo del fumetto di Lucca, si troverà di fronte all’opera di Sergio Tofano, il signor Bonaventura.

Le prime sale sono dedicate ai fumetti d’epoca, come Frugolino, Novellino, e lo storico Corriere dei Piccoli.

Continuando il tour si passerà a sale destinate a fumetti e autori più recenti, del calibro di Federico e Luciano Pedrocchi.

 Le ultime sale in cui il visitatore entrerà sono invece dedicate a grandi classici ancora in vita, come Tex, Diabolik, nonchè al mondo Disney e a Jacovitti. All’interno del museo si può trovare, inoltre, un percorso interattivo, “Le case dove vivono i sogni”. Qui Lupo Alberto ci accompagna illustrandoci i passi che portano alla formazione di un fumetto, dopodiché sarà possibile visitare la sala Disney ed il laboratorio di Art Attack.

Una mostra su Diabolik, Martin Mystère e Dago

Al museo del fumetto di Lucca si è tenuta nel mese di marzo la mostra “History & Noir & Mistery & Comics in Lucca”. Soggetto di questa mostra sono stati Diabolik, Martin Mystere e Dago.

All’interno del museo sarà possibile osservare in mostra le copertine più belle, 100 per Diabolik, 60 per Martin Mystère ed altre 100 per Dago.

Inoltre, sarà possibile vedere opere di altri autori che si sono cimentati con i nostri eroi.

Gli artisti che fecero il fumetto italiano



I primi disegnatori di fumetto italiani hanno iniziato la loro opera con la rivista fascista Il Balilla.

Tra questi disegnatori di fumetto ci sono artisti del calibro di Rino Albertarelli, Altan, Dino Battaglia, Hugo Pratt, Guido Crepax. Da non dimenticare Giovanni Luigi Bonelli e suo figlio Sergio, che si firma con lo pseudonimo Guido Nolitta.

A questi artisti dobbiamo personaggi come Kit Carson, Pimpa, Jungle Men, Capitan Caribe, il Sergente Kirk, Valentina, Tex Wiler, Zagor. Questi sono solo un piccolo esempio di tutta la produzione di questi grandi artisti.

Sturmtruppen!

Quest’opera si deve a una leggenda tra i disegnatori di fumetto, Bonvi, pseudonimo di Franco Bonvicini. Sturmtruppen, pubblicato su Eureka, è una delle eccellenze del fumetto umoristico, con evidenti scopi antimilitaristici.

Il protagonista è l’esercito tedesco, ma questo non significa che il fumetto si limiti a questo.

Sturmtruppen, infatti, fa la parodia all’esercito in sé, senza mai essere scabroso o irrispettoso.

L’opera è stata proposta su volumi di ogni dimensione, sia grandi che piccoli e, ancora oggi, viene riproposta saltuariamente su albi da collezione, nonché con una serie televisiva di discreto successo.

Altra opera di Bonvi molto famosa è il fumetto di Nick Carter.

Anche questo è di stampo umoristico, e prende spunto dal genere poliziesco.

Uno degli aspetti indimenticabili di questo fumetto è la sua frase di chiusura, recitata da Ten e Patsy, gli aiutanti di Nick: “Afferma il saggio: tutto è bene quello che finisce bene e …”, “ e l’ultimo chiuda la porta!”.


Fonte immagine: francobollitematici.it

Il fumetto italiano: la sua storia



Tutto iniziò con il Corriere dei Piccoli

La storia del fumetto in Italia inizia il 27 dicembre 1908. In questa data, con il Corriere della Sera, esce un supplemento, il Corriere dei piccoli.

Quest’ultimo, nella storia del fumetto, è il capostipite di un filone molto generoso, quello italiano. In Italia questo tipo di opere era già ampliamente diffuso, si pensi al Topolino della Disney.

 E’ con il Corriere dei Piccoli, però, che l’Italia s’inserisce in un ambito mai toccato attivamente, quello della produzione. Tra i più importanti artisti dell’epoca si ricordano Attilio Mussino, disegnatore di “Bilbolbul” del 1908, e Antonio Rubino, creatore di “Quadratino” del 1910.

Il primo dopoguerra, le censure fascista e cattolica

Nella storia del fumetto italiano il periodo che va dal primo dopoguerra agli anni ’30 fu caratterizzato da compromessi.

Per primo quello con il regime fascista, che vedeva nel fumetto un’opportunità di propaganda verso i più piccoli.

Per questo motivo nacque uno dei diretti concorrenti del Corriere dei Piccoli, Il Balilla. Le sue storie erano incentrate su personaggi eroici, i primi dell’universo fumettistico italiano.

Altro concorrete del Corriere dei Piccoli, fu Il Giornalino, d’ispirazione cattolica. Aspetto interessante dei fumetti dell’epoca è l’assenza dei balloon. Ogni vignetta recava una didascalia esplicativa in rima. Questo per abituare i bambini alla poesia e alla prosa, dando al fumetto un carattere istruttivo.

 All’epoca l’utilizzo puramente ricreativo non era ancora stato pensato, anzi, era da evitare. I balloon uscirono sul primo albo a fumetti italiano, Jumbo, il 17 dicembre 1932. Sulla rivista i balloon erano  utilizzati alternativamente con le didascalie.

I primi antieroi italiani

Per trovare i primi antieroi della storia del fumetto dobbiamo arrivare a Hugo Pratt e al suo “Una ballata del mare salato”.

Questo è il primo episodio della storia del suo personaggio più famoso, Corto Maltese.


Un altro famoso antieroe italiano, nato nel 1962, ci è stato donato dalle sorelle Giuliani.

Il suo nome è Diabolik, il ladro assassino più famoso.

In seguito Magnus e Max Bunker, nel 1964, realizzarono Kriminal, un’opera liberamente ispirata al diabolico ladro. Il loro personaggio è ancor più violento che suo “padre”, tanto da diventare simbolo di morte e vendetta.